martedì 19 aprile 2011

Un film già visto

          E pensare che ancora una volta il cuore aveva avuto ragione sul cervello e che ancora una volta in molti ci eravamo lasciati andare a calcoli che... "se le vinciamo tutte"... "la Roma non le può vincere tutte"... "figurarsi la Lazio"... "per non parlare dell'Udinese che con Sanchez e Di Natale fuori"...

         Puntualmente siamo stati riportati alla cocente realtà della quale eravamo tutti consapevoli ma cui preferivamo sottrarci cercando riparo dietro le solite frasi sulla matematica che non ci condanna, o sul fatto che nel calcio non si può mai dire....

        E mentre qualcuno era arrivato a pensare che in caso di sei vittorie consecutive la dirigenza, l'allenatore e la squadra sarebbero stati ritenuti soddisfacenti anche senza la qualificazione in Champions, i nostri (che se fossero tanto bravi sul campo la domenica quanto a parlare in settimana altroché quarto posto), hanno fatto che spegnere anche quest'ultimo barlume di speranza, facendoci per l'ennesima volta cascare le palle. Io non mi aspetto più da tempo che la mia squadra vinca ogni incontro, ma vorrei tanto  che quando capitano queste occasioni quando c'è da lottare per un obiettivo il cui raggiungimento preveda sforzi nostri più disgrazie altrui, scendesse in campo col coltello tra i denti. Qualcosa del tipo "noi abbiamo fatto il massimo, ora vediamo gli altri". E invece succede sempre che anzichè bruciare il campo e combattere su ogni pallone fino a non averne più, questi vanno a giochicchiare. Si può anche perdere cazzo, ma devi perdere giocando per la vittoria, se no irriti e basta.

       La sera ho visto Napoli-Udinese, e devo dire che in quel momento ho realizzato quanto fosse stato stupido anche solo a pensare di poter raggiungere il quarto posto. L'Udinese vola... e lo fa dalla sesta giornata di campionato, va a Napoli in piena corsa scudetto senza i suoi due migliori giocatori, perde Isla durante la partita, ha in campo gente che ha paura di vincere contrasti contro quelli che spera saranno i suoi compagni in futuro, gioca la partita perfetta e vince. E nonostante tutto questo non è ancora in zona Champions. E lo dovremmo essere noi? No, non possiamo, perché è vero che nel calcio non puoi mai dire ma questo vale per una o due partite, vale nelle competizioni europee che puoi andare al Camp Nou difenderti in dieci e sperare di passare il turno, ma sul lungo termine nel calcio si sa e eccome.


     Di Guidolin nessuno parla mai, forse perché allena in tuta e non con la sciarpettina di cashmere, forse perché ha troppi capelli per essere considerato come Spalletti e troppo pochi per avere l'appeal di Mazzarri, o forse perché non ha mai sollevato polemiche. Fatto è che a me piacerebbe da matti se fosse lui l'allenatore della Juventus. Quando, nell'intervista post partita, gli hanno chiesto se sarebbe andato ad allenare una grande, ha risposto dicendo che era ormai stanco e che a breve avrebbe smesso sono rimasto di stucco. Come diavolo è possibile che in un paese dove si lascia allenare la Nazionale campione del modo ad un signor nessuno reduce da un esonero alla sua prima esperienza in A, dove in capo alla squadra più titolata viene messo Ferrara, dove un ex dirigente nei suoi primi due anni da allenatore allena  prima il Milan e poi l'Inter, si lascia Guidolin a stancarsi ed invecchiare in provincia? Forse la risposta è già nella domanda.

A presto;

A.P.
      

1 commento:

  1. ciao ho letto la tua mail ma non hai scritto l'indirizzo, quindi non so come fare a risponderti!

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